Il convegno: tutte le facce dell’innovazione per il frutteto

Docenti universitari e tecnici di vari settori hanno illustrato gli strumenti tecnologici, le pratiche agronomiche e le possibilità di finanziamento per dare una svolta positiva alla frutticoltura italiana e accelerare un processo di innovazione ormai non più rimandabile

Dalle varietà da impiantare alle macchine per le diverse lavorazioni in campo, dalla lotta ai parassiti alle tecnologie di precisione, dai finanziamenti a disposizione alle strategie di mercato. Sono i temi trattati durante il convegno “Il ruolo dell’innovazione nella filiera frutticola – I possibili fattori di evoluzione, dalla produzione sino al consumo” che si è tenuto mercoledì 28 giugno nella seconda parte di Nova Agricoltura in Frutteto, l’evento organizzato da Edagricole in collaborazione con le riviste Terra è Vita, rivista di Frutticoltura e il portale novagricoltura.com alla tenuta Zenzalino, nei pressi di Copparo (Fe), per mettere sotto i riflettori le tante possibilità di innovazione a disposizione degli imprenditori agricoli che vogliano aumentare la redditività dei loro frutteti e la sostenibilità ambientale delle lavorazioni, per soddisfare le esigenze sempre più stringenti della legislazione e la sensibilità dei consumatori.

L'importanza del vivaismo
Dopo il saluto del sindaco di Copparo Nicola Rossi, i lavori sono stati aperti da Alessio Martinelli, del Gruppo di Lavoro Vivaismo Soi (Società Ortoflorofrutticoltura italiana), che ha sottolineato il ruolo centrale del vivaismo per tutta la filiera: “Oggi il settore vivaistico più che un prodotto, deve saper offrire un pacchetto di servizi che comprenda anche le piante – ha detto Martinelli – negli anni scorsi c’è stata una sorta di liberalizzazione delle tipologie di piante prodotte, senza specifici requisiti normati ma non bisogna dimenticare che i materiali di propagazione devono garantire parametri qualitativi tali da assicurare un buon attecchimento in campo”. Il Soi, ad esempio, offre consulenza e suggerimento delle pratiche agricole da effettuare pre-impianto, scelta del materiale di propagazione (portainnesto + varietà), suggerisce la tecnica colturale specifica per il materiale di propagazione venduto e prospettive di collocazione mercantile della produzione grazie ai club varietali.
Tra i punti critici evidenziati da Martinelli la mancata o carente programmazione da parte del frutticoltore circa il materiale da richiedere, le difficoltà di incontro tra domanda e offerta. In particolare sulle nuove cultivar c’è scarsa elasticità del sistema produttivo per rispondere alle esigenze di mercato e in molti casi, per le novità varietali c’è la mancanza di materiale di propagazione idoneo. A questi inconvenienti si può ovviare con un migliore materiale di propagazione, in relazione all’ambiente pedoclimatico di coltivazione, con nuove tipologie di materiale di propagazione per ridurre il ciclo produttivo al fine di rendere l’offerta più elastica alla domanda e nuovi prodotti per una più rapida entrata in produzione.

innovazioneLa difesa cambia strategia
A seguire, Riccardo Bugiani del servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna ha parlato di difesa fitosanitaria, i nuovi trend operativi in frutticoltura, spiegando che l’ente opera tenendo presente 4 punti fondamentali: il cambiamento climatico, l’introduzione di nuovi organismi alieni invasivi, la necessità di ridurre l’impatto della chimica in agricoltura e la riduzione dei residui sui prodotti. Ha poi fatto una carrellata delle principali patologie che colpiscono le colture del territorio emiliano-romagnolo: il cancro batterico dell’actinidia (Psa), la Drosophila suzukii del ciliegio, la cimice asiatica che attacca peri e peschi, più altri patogeni. Bugiani ha poi cercato di sensibilizzare gli imprenditori agricoli presenti sull’inevitabilità del processo di riduzione dell’impiego di fitofarmaci in campagna, proponendo alcune soluzioni alternative, come estratti di origine vegetale, antagonisti naturali microbiologici, feromoni, ecc… Ha poi ribadito l’importanza dell’agricoltura di precisione per ottimizzare le dosi dei prodotti somministrati.

Frutticoltura di precisione
Di frutticoltura precisa ha trattato in maniera più approfondita Luca Corelli Grappadelli, del dipartimento di Scienze Agrarie Università di Bologna, illustrando i vantaggi in termini di aumento dell’efficienza di produzione, aumento nella qualità del prodotto, uso più efficiente di fertilizzanti e agrofarmaci, conservazione di energia fossile, protezione ed efficientamento delle fonti d'acqua (superficiale e da sottosuolo), che si ha con l’utilizzo di droni, guide satellitari, sensori per il monitoraggio, ecc… Il docente universitario non ha però nascosto le difficoltà che ancora ci sono per sviluppare tecnologie davvero in grado di rivoluzionare la frutticoltura: “La frutticoltura è poco meccanizzabile – ha fatto notare Grappadelli – le piante e i frutti sono difficili da leggere attraverso le immagini e i parametri utili non sono facili da misurare”. Ad esempio, i droni sono molto efficaci in viticoltura, ma molto meno in frutticoltura.
Tra le soluzioni più valide oggi secondo Grappadelli, i rover dotati di sensori che attraversano gli impianti contando fiori e frutti, riuscendo anche a stabilirne la dimensione: ma non si riescono ancora a contare i frutti verdi, perché vengono confusi con le chiome. Horticultural Knowledge, cellula di ricerca dell’Università di Bologna, ha messo a punto un calibro dotato di sensore, in grado di prevedere con estrema precisione come sarà il raccolto in termini di quantità e dimensione dei frutti. Un’innovazione che permette di eseguire azioni efficaci e puntuali in campo, oltre a dare la possibilità agli imprenditori agricoli di programmare in anticipo la commercializzazione nei mercati più adatti alle caratteristiche della merce.

innovazione
Maria Paone

Meccanizzazione, investimenti e cultivar di successo
Ugo Palara
di Agrintesa ha fatto una carrellata delle nuove tecnologie per la meccanizzazione nel frutteto, dalle trattrici alle irroratrici, dalle macchine per la gestione dei sottofila agli strumenti per gestire chiome e raccolta. Tutti strumenti in grado di ridurre i costi delle lavorazioni e aumentare l’efficienza aziendale.
Tomas Bosi del Cso hpa invece elencato alcuni casi di successo sul mercato di nuove varietà frutticole come le pere Falstaff e Angelys, il rinnovo dei cloni di Gala e Fuji per le mele. Per le albicocche hanno avuto successo cultivar sovra-colorate e che talvolta presentano una maggiore resistenza alla manipolazione. Per il kiwi stanno andando bene le nuove varietà a polpa gialla, per le fragole Sabrosa e Sabrina.
Maria Paone del Cica di Bologna ha invece parlato delle misure del Psr più adatte per gli investimenti in frutticoltura. Tra queste la Misura 1 (Formazione in ambito agricolo), ad esempio per l’introduzione dei feromoni, con finanziamenti fino all’80% dei costi sostenuti dalle aziende agricole. C’è poi la Misura 4 (4.1 e 4.2 Investimenti), ad esempio per celle di conservazione, macchine per selezione, reti antigrandine e antinsetto, meccanizzazione, ecc… Bisogna però fare attenzione perché questa misura concede fondi solo per spese superiori a un limite minimo e solo ad aziende che non godano già dei benefici dell’Ocm ortofrutta. Il termine per presentare le domande di finanziamento scade il 29 settembre. C’è poi la Misura 5 che finanzia ad esempio l’introduzione di supporti per proteggersi dalle calamità. Infine la Misura 16 (16.1 e 16.2 Innovazione), che sostiene tra l’altro la formazione dei gruppi operativi (GO) composti da ricercatori e aziende agricole.
Chiusura dei lavori affidata a Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, il quale non ha mancato di sollecitare la politica a tutti i livelli affinché tenga maggior conto delle esigenze del mondo agricolo.

Il convegno: tutte le facce dell’innovazione per il frutteto - Ultima modifica: 2017-06-29T18:22:51+02:00 da Simone Martarello

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