Difesa dei piccoli frutti, le novità della ricerca

In un convegno organizzato dalla Fondazione Edmund Mach si è fatto il punto sulle più recenti ricerche per contrastare le patologie e gli insetti che colpiscono fragole, mirtilli, lamponi e ribes

Dall'influenza ambientale sul ciclo di fioritura della fragola alla problematica dell'oidio, passando per i programmi di miglioramento genetico che hanno l'obiettivo di creare selezioni di mirtillo e lampone con maggiore qualità, migliore texture, sapore e conservabilità. E poi il tema Drosophila Suzukii con i risultati sul monitoraggio, le nuove acquisizioni sul comportamento e il controllo biologico con le sperimentazioni in corso sull'uso di parassitoidi naturali in grado di attaccare il moscerino asiatico. Questi i temi trattati durante la quarta giornata tecnica sui piccoli frutti organizzata dalla Fondazione Edmund Mach nella sede periferica di Vigalzano, alla quale hanno partecipato circa 200 agricoltori.
All'evento erano presenti il direttore generale, Sergio Menapace, e il dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico, Michele Pontalti; l'incontro è stato coordinato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'Ufficio frutticoltura, piccoli frutti e frigoconservazione ed ha visto intervenire tecnici, tecnologi e ricercatori. Per l'occasione la dirigente del centro ricerca e Innovazione, Annapaola Rizzoli, ha presentato la pubblicazione dedicata all'insetto che colpisce i piccoli frutti, prodotta nell'ambito del progetto LEXEM sulle specie aliene invasive, recentemente concluso e che ha visto fortemente impegnati ricercatrici e ricercatori di San Michele. Di seguito gli argomenti affrontati dai relatori nel corso dell'incontro.

difesaInfluenza ambientale sul ciclo di fioritura della fragola rifiorente. Paolo Zucchi ha spiegato che la formazione dei fiori nella fragola rifiorente avviene in un periodo lungo ed è quindi soggetta all'andamento climatico. Per comprenderne l’influenza su numero e dimensione di infiorescenze e fiori, parametri che determinano la produttività, è stata realizzata una prova in condizioni controllate. «Ne è emerso - ha concluso - che il ciclo di fioritura, che definisce la curva di maturazione, è influenzato dalla lunghezza del giorno e ancor più dalle temperature, spiegando così la sostanziale problematicità nel programmare la raccolta».
Esperienze di confronto nell'utilizzo di impianti fissi in coltura protetta. Gianpiero Ganarin ha illustrato i risultati della sperimentazione sull'impiego degli impianti fissi per la distribuzione dei prodotti fitosanitari sulle coltivazioni di fragola fuori suolo e in tunnel. Questi risultati sono stati positivi per quanto riguarda l'efficienza di distribuzione e sembrano promettenti anche dal punto di vista dell'efficacia fitoiatrica, ma tuttavia è ancora necessario migliorare e affinare la tecnica prima di pensare a un loro reale utilizzo.
Oidio della fragola: biologia ed esperienze di contenimento. Daniele Prodorutti ha parlato di oidio, la principale patologia fungina della fragola sotto tunnel che può infettare tutte le parti aeree della pianta ed ha illustrato le esperienze di contenimento della malattia svolte a partire dal 2013. Il bicarbonato di potassio ha dimostrato una buona efficacia sia in serra che in campo (impianti sotto tunnel). Più difficile è risultato il contenimento dell’oidio su fragola rifiorente e sarà necessario svolgere ulteriori prove utilizzando diverse tecniche agronomiche e di difesa integrata per riuscire a limitarne lo sviluppo. Infine sono state presentate alcune nuove tecniche sperimentali che potrebbero rappresentare un ulteriore strumento di difesa da integrare alle pratiche tradizionali: tra queste l’acqua ozonizzata e i raggi ultravioletti.
Mirtillo e lampone: i programmi di breeding FEM. I programmi di miglioramento genetico di mirtillo e lampone in FEM hanno avuto inizio nel 2009 e includono molto precocemente nel processo di selezione sia il target ambientale, sia tecniche di coltivazione diverse, sfruttando oltre all'area di Vigalzano anche siti in sud Europa o a latitudini inferiori, con partner locali ed internazionali. Lara Giongo ha spiegato che i programmi sono condotti sin dai primi stadi fuori suolo e sono finalizzati a produrre nuove varietà per i produttori locali che vogliano produrre per il mercato fresco e per ambienti diversi in Europa. L’obiettivo di miglioramento principale è rappresentato dalla qualità del frutto, sebbene le resistenze della pianta siano un prerequisito di selezione e i nuovi genotipi hanno migliore texture, miglior sapore, miglior conservabilità, con un ampio spettro di stagionalità di produzione.
Principali risultati e prospettive a chiusura del progetto LExEM su Drosophila suzukii. Gianfranco Anfora ha illustrato con la dirigente Annapaola Rizzoli i risultati del progetto LexEM che ha permesso di ottenere nuove conoscenze sulla biologia, ecologia e comportamento in relazione alla realtà territoriale, urbanistica e climatica trentina di alcune specie invasive, Drosophila Suzukii inclusa, Contemporaneamente, sono stati sviluppati dei modelli matematici predittivi ed effettuate, in base ad essi, delle attività sperimentali mirate alla definizione delle migliori strategie di controllo. Le informazioni prodotte sono state riassunte in una pubblicazione distribuita durante la giornata a disposizione degli stakeholder e di tutti gli operatori impegnati nel controllo di queste specie e nella mitigazione dei danni da esse prodotti.
Monitoraggio e nuove acquisizioni sul comportamento. Dalla sua comparsa in Trentino nel 2009, le popolazioni di D.suzukii e le infestazioni sui frutti stanno mostrando anno dopo anno un trend in progressivo aumento. “Il 2016 ha visto uno sviluppo demografico eccezionale - ha spiegato Alberto Grassi- soprattutto nella prima parte dell’estate, con conseguenze devastanti in particolare per il ciliegio, ma notevoli difficoltà di controllo anche su fragola e piccoli frutti per tutta la stagione. In questo contesto, le reti antinsetto hanno dimostrato di essere lo strumento più efficace per contenere le infestazioni, a condizione che vengano approntate e gestite con estrema attenzione. Il successo evolutivo di questo insetto nella scorsa stagione è attribuito alla consistenza numerica della popolazione che ha affrontato lo svernamento alla fine del 2015, ma anche l’ottimo stato riproduttivo delle femmine. Indagini condotte in pieno campo hanno infine consentito di confermare le notevoli capacità di spostamento degli adulti (nell’ordine anche di qualche chilometro), movimenti effettuati al fine di sfruttare, a seconda del momento della stagione, le condizioni microclimatiche e ambientali offerte dal nostro complesso territorio.
Controllo biologico. Valerio Rossi ha spiegato che nel 2016 e per tutto il 2017 è attiva la sperimentazione in campo di Trichopria drosophila, un parassitoide pupale in grado di attaccare Drosophila suzukii. La prospettiva è quella di utilizzarlo ad inizio stagione per il controllo biologico del moscerino asiatico in combinazione con altri mezzi di controllo, nell'ambito di un sistema di lotta integrata. “Durante il primo anno di sperimentazione è stato valutato il raggio d'azione del parassitoide e la sua capacità di abbassare gli sfarfallamenti di D. suzukii dalla frutta attaccata e caduta a terra. La sperimentazione ha inoltre messo in evidenza l'utilità della tecnica dell'augmentorium, in grado di potenziare anche del 40% l'azione del parassitoide. Le prove della stagione 2017 sono volte a valutare l'impatto di rilasci massali precoci di T. drosophilae sull'infestazione di D. suzukii”.

Clicca qui per scaricare la pubblicazione su Drosophila Suzukii progetto LEXEM

Difesa dei piccoli frutti, le novità della ricerca - Ultima modifica: 2017-03-09T18:07:52+01:00 da Simone Martarello

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