AGRICOLTURA CONSERVATIVA

Come si mette in pratica l’Agricoltura Blu

Il vademecum pratico per trasferire sul campo i principi della semina diretta ( Agricoltura Blu propriamente detta)

Agricoltura BLU, la via italiana dell'agricoltura
conservativa, è riconosciuta come una “resource
effective agriculture
”, un sistema di produzione
integrato di tecnologie agronomiche emezzi
tecnici in grado di aumentare la sostenibilità delle
filiere di produzione agricola, attraverso la conservazione
della fertilità del suolo, la conservazione dell'acqua
e delle energie, la tutela climatica. In quest'ottica,
con l'Agricoltura BLU viene particolarmente enfatizzato
il ruolo del suolo sia come corpo vivente, sia come sistema
essenziale per sostenere la qualità della vita sul pianeta, sottolineando
l'importanza particolare dell'acqua identificata
cromaticamente nel colore
BLUsul
delicato equilibrio che l'agricoltura riveste nei riguardi
dell'ambiente naturale. Questo approccio innovativo contribuisce alla
conservazione dell'ambiente contemporaneamente con una maggiore
produzione agricola aminori costi economici.

Più termini (come biologico, no-tillage,
etc.. ) vengono sovente utilizzati
per indicare differenti aspetti dell'agricoltura sostenibile, enfatizzando
normalmente differenze specifiche con l'agricoltura tradizionale
o convenzionale.

I principi propri dell'Agricoltura BLU e le attività supportate possono
essere indicate nei seguenti punti:

1 - mantenere
una copertura vegetale permanente e promuovere il
minimo disturbo meccanico del suolo, attraverso sistemi di non lavorazione,
inmodo da assicurare una sufficiente quantità di biomassa vivente
o sottoforma di residui per sostenere la conservazione della fertilità
del suolo, dell'acqua e per ridurre l'erosione ed il compattamento del
suolo;

2 - favorire
la salute del suolo, la sua fertilità e la
capacità di “buffering” attraverso rotazioni colturali,
utilizzo di cover crops e anche con l'uso di tecnologie
basate sull'uso integrato di agrofarmaci;

3 - promuovere
l'utilizzo e l'applicazione di fertilizzanti,
erbicidi e fungicidi rilevando le reali esigenze
delle colture e quindi con sempremaggiore precisione, rispettando gli
equilibri ambientali e conseguentemente con un impatto ridotto sulle
specie non obiettivo.

Con l'integrazione dei sopracitati principi fondamentali, si possono
ottenere un maggiore e più equilibrato sviluppo e funzionalità delle
colture, in particolare come conseguenza dell'incremento degli apparati
radicali e quindi di unmaggior volume di suolo esplorato con la possibilità
di accedere a riserve idriche e nutrizionali anche profonde.

In particolare, i vantaggi delmodello produttivo proposto dall'Agricoltura
BLU risiedono anche in un più elevato tasso di infiltrazione
dell'acqua, maggior ritenzione idrica, significativo incremento in sostanza
organica,miglioramento della struttura del suolo e inminori costi
per lavorazionimeccaniche e risparmio sullamanodopera.

In pratica i sistemi di agricoltura conservativa o Agricoltura BLU
sono stati sviluppati come un'alternativa all'insieme delle tecniche convenzionali,
diffusi a scalamondiale su una superficie di oltre 116milioni
di ettari, oltre il 7% della superficie agricola mondiale (Fig.1). Infatti, i
principi dell'Agricoltura BLU e le attività attraverso le quali vengono realizzati si contrappongono alla
monosuccessione, bruciatura dei
residui colturali, l'aratura seguita
dalle lavorazioni preparatorie alla
semina e al trapianto, l'utilizzo indiscriminato
degli agrofarmaci
(Fig.2).

Attrezzature e macchine per l'agricoltura

La realizzazione dei principi dell'Agricoltura
BLU, per i sistemi
colturali a ciclo annuale, trova essenzialmente
applicazione nella
semina diretta (direct-seeding),
sovente
indicata come semina su sodo
(sod-seeding).

La semina diretta è infatti una tecnica che cerca di non alterare il
terreno per sfruttare quei processi naturali che mantengono nel tempo
condizioni edafiche idonee alla coltivazione stessa. Se la gestione del
terreno è condotta inmodo ottimale è possibile limitare le interazioni tra
organi meccanici e suolo alle sole linee di semina e di deposizione del
concime, ottenendo così tutti i vantaggi dell'Agricoltura BLU precedentemente
riportati.

Ciò considerato la seminatrice da sodo riveste un ruolo di primissimo
piano nell'adozione delle pratiche conservative.

Le seminatrici

Le seminatrici, affinché siano realmente
efficienti così da perseguire
i benefici dell'Agricoltura BLUdovrebbero
presentare alcune importanti
caratteristiche, quali:

- essere
in grado di eseguire la
deposizione del seme in un unico
passaggio mediante assolcatori a
dischi su terreno non lavorato e
con presenza di abbondanti residui
colturali;

- eventualmente
essere anche
dotate di organi lavoranti da anteporre
agli assolcatori costituiti da
dischi o stelle di vario tipo, che
eseguano una lavorazione in banda
dimassimo 15 cmdi larghezza e 10 cmdi profondità;

- essere
in grado di eseguire, contemporaneamente alla semina, anche
altre operazioni quali concimazione localizzata, applicazione di
soluzioni erbicide, distribuzione di geodisinfestanti, attraverso utensili
aggiuntivi;

- essere
trainate o semiportate
inmodo da poter scaricare tutto il loro
peso a terra. Tale caratteristica fa si che il peso generato dalla azione
combinata delle molle di carico e del peso stesso dell'elemento, in ogni
caso, sia potenzialmente superiore a 200 kg per ogni elemento;
- non
presentare mai organi lavoranti mossi dalla presa di forza e o
idraulicamente.

In qualche caso particolare, come per le colture con larghezza tra le
file di più di 30 cm, si pratica anche lo “strip till”. Tale pratica consiste
nell'utilizzo di unamacchina che esegue una lavorazione in banda (solo
la zona di semina) eseguita anche inmomenti antecedenti la semina.

Come deve essere l'elemento di semina

In particolare, un idoneo elemento di semina deve: penetrare nel suolo,
tagliare i residui senza provocare il loro interramento, deporre il seme ad
una profondità uniforme a diretto e intimo contatto con il terreno,
evitare di disturbare gli altri elementi, coprire il seme con il terreno
lasciando il residuo colturale uniformemente distribuito, localizzare il
fertilizzante se possibile ai lati del solco, amaggior profondità del seme,
realizzare tutte queste azioni senza lavorare il terreno.

Anche rispettando tutti i principi e le accortezze dell'Agricoltura
BLU, qualche volta si creano delle condizioni di eccessivo compattamento
in alcune aree degli appezzamenti che devono essere ripristinate.
Infatti il terreno è sempre soggetto
ad azioni che ne favoriscono il
compattamento, come quelle prodotte
dalla sua stessa massa, dalla
massa vegetale che lo sovrasta,
dall'acqua, dal passaggio di macchine
ed attrezzature. Ad esempio
la gestione della raccolta può rivelarsi
complessa quando le finestre
temporali sono ridotte a causa dell'andamento
meteorologico e dalle caratteristiche dei suoli. Diventa
quindi inevitabile che in alcune annate la raccolta ed altre operazioni
non differibili, purtroppo, vengono effettuate su terreni poco portanti
con conseguenze negative per la struttura del terreno a causa del compattamento
sottosuperficiale.

In tali condizioni l'Agricoltura BLU prevede operazioni di recupero
della struttura attraverso attrezzature idonee allo scopo, che non alterino
il profilo e siano in grado di gestire il residuo in superficie.

Lavorazioni di recupero

Di conseguenza, le attrezzature per le lavorazioni di recupero devono
caratterizzarsi per alcune caratteristiche specifiche quali decompattatori
o ripuntatori che:

- devono
avere denti fissi in grado di smuovere il terreno sodo senza
provocare formazione di suole di lavorazione, sino a una profondità
massima di 40 cm e in grado di non causare inversione degli strati del
terreno;

- possono
avere degli elementi annessi o aggiunti alla macchina,
quali elementi lavoranti di finitura (rulli pieni, a gabbia e packer), elementi
lavoranti di prelavorazione
(dischiere dritte e inclinate in grado
di operare senza invertire gli strati);

- non
devono avere organi lavoranti mossi dalla presa di forza e o
idraulicamente.

Successivamente alla lavorazione di recupero si può anche prevedere
unaminima lavorazione allo scopo di livellare il suolo per facilitare la
semina successiva.

Minima lavorazione

Laminima lavorazione costituisce solo una parziale interpretazione dei
principi conservativi dell'Agricoltura BLU.

Sotto il profilo puramentemeccanico si pone ad un livello intermedio
tra la lavorazione convenzionale con inversione degli strati od anche con
strumenti discissori profondi e la semina diretta vera e propria.

Tale approccio spesso nell'azienda agricola è utilizzato come complementare
delle lavorazioni con discissori profondi, ma la filosofia più
appropriata dovrebbe essere il suo l'utilizzo in modo esclusivo cioè
come principale tecnica di lavorazione.

Spesso tale tecnica entra in rotazione con le lavorazioni convenzionali
consentendo di abbattere la spesa energetica, di ridurre i costi di
produzione e dimitigare in un certo qualmodo le azioni di disturbo sul
suolo.

Viene utilizzata prevalentemente
nel caso di cereali autunnovernini,
ma anche nel caso di alcune
proteaginose quali favino e pisello
proteico e colture energetiche (colza e girasole). Le azioni che offre
laminima lavorazione sono anche unmezzo per correggere difetti come
il compattamento del suolo. Infatti la conformazione e la ridotta estensione
degli appezzamenti italiani obbliga spesso le macchine a seguire
percorsi che si ripetono negli anni determinando un calpestamento non
uniforme; inoltre, in presenza di residui colturali gli accentuati passaggi
rendono disomogenea la distribuzione del residuo interferendo negativamente
con la successiva semina.

I principali obiettivi

Gli obiettivi specifici che si cerca di raggiungere con questo tipo di
tecnica sono: facilitazione delle operazioni di semina decompattando e
pareggiando il terreno, favorire l'emergenza delle plantule, favorire un
contributo per il controllo delle infestanti attraverso la falsa semina e,
limitatamente ai terreni con pochi residui colturali in superficie, ridurre
le perdite d'acqua per risalita capillare.

In base all'epoca di intervento, la minima lavorazione è di norma
realizzata con un certo anticipo sull'epoca di semina quando risulta
preminente favorire la degradazione del residuo colturale, adottare la
tecnica della falsa semina, avviare una strategia di controllo verso infestanti
specifiche. Condotte in epoca compatibile con l'impianto della
coltura, lo scopo principale diventa quello di predisporre il terreno alla
semina; l'operazione in questo contesto può essere condotta o con attrezzature
indipendenti o con attrezzature combinate alla seminatrice durante
la semina stessa.

La minima lavorazione può essere adottata facendo ricorso ad attrezzature
che si differenziano in maniera notevole per la tipologia degli
utensili e per la loro composizione. Sono gli effetti agronomici prodotti
che dovrebbero guidare la scelta verso attrezzature idonee.

Negli ultimi anni, cercando di soddisfare le esigenze di operare su
terreno non lavorato, di dover gestire grandi quantità di residuo e la
necessità di dover preparare il letto di semina con un unico passaggio,
sono state prodotte soluzioni meccaniche completamente innovative
offrendo anche nuove interpretazioni di vecchie tipologie di macchine.
Alcune attrezzature possono essere annoverate alla categoria dei coltivatori
leggeri combinati o erpici a dischi, mentre altre di più difficile
collocazione. Operano non azionate dalla presa di forza della trattrice e sono caratterizzate da elevate larghezze di lavoro. La velocità è un
parametro che modifica l'azione degli utensili sul terreno, così come il
peso dell'attrezzatura che in generale permette una più efficace azione
dei rulli e degli organi preposti all'interramento.

Escludere gli erpici rotanti

Accanto a queste attrezzature ci sono quelle azionate dalla presa di forza
della trattrice, quali gli erpici rotanti, che se da un lato determinano la
formazione di un buon del letto di semina, apparentemente, presentano
alcune caratteristiche che limitano l'applicazione dei principi dell'Agricoltura
BLU. Infatti, l'azione veloce degli organi lavoranti determina
un'eccessiva frantumazione degli aggregati strutturali con ripercussioni
negative sulla fertilità fisica del suolo. Inoltre, effetti negativi si hanno
anche nei confronti dei residui colturali che, con l'azione di tali organi
lavoranti, vengono interrati, annullando di fatto il ruolo fondamentale
dell'effetto “mulch” superficiale da parte dei residui. Altro aspetto non
secondario è l'effetto che tale tipologia di lavorazione ha sulle infestanti
rizomatose; l'azione degli erpici rotanti è molto negativo in quanto
favorisce la diffusione degli organi riproduttivi agamici determinando
la colonizzazione da parte di tali specie di significative aree degli appezzamenti.

Identikit dell'attrezzatura idonea

Riassumendo le macchine per poter essere realmente considerate adeguate
allaminima lavorazione devono avere caratteristiche ben definite,
che si possono riassumere nei punti seguenti:

- essere
dotate di denti fissi o elastici in grado di smuovere il terreno
sodo senza provocare formazione di suole di lavorazione, sino a una
profonditàmassima di 15 cme in grado di non causare inversione degli
strati del terreno, anche allo scopo di garantire quella necessaria copertura
“minima” del suolo;

- non
presentare organi lavoranti mossi dalla presa di forza e o
idraulicamente;

- gli
organi sul telaio devono consentire la circolazione dei residui
colturali;

- garantire
potenzialmente il risultato (la possibilità di seminare) con
un solo passaggio.

Alla macchina da minima lavorazione possono essere comunque
aggiunti anche elementi lavoranti di finitura (rulli pieni, a gabbia, packer
e rastrelli leggeri e pesanti) ed elementi lavoranti di prelavorazione
(dischiere dritte e inclinate in grado di operare senza invertire gli strati).

La semina dopo la minima lavorazione può essere condotta anche
con attrezzature convenzionali purché siano dotate di soluzioni tecnologiche
idonee a gestire la deposizione del seme su terreno poco preparato
e possibilmente con residui colturali sulla superficie. Tali variazioni
riguardano gli organi deputati alla deposizione del seme e chiusura del
solco. Nel caso di colture cerealicole autunnovernine
o soia, sono state
sviluppate seminatrici specifiche caratterizzate da organi per la deposizione
a forma di ancora o dente, sempre disposti su almeno tre ranghi
spaziati fra loro per permettere il deflusso del residuo colturale e da un
trasporto del seme di tipo pneumatico per poter offrire larghezze di
lavoro superiori ai 2,53metri.
Ciò considerato, l'utilizzo di “seminatrici
da sodo” anche per la pratica dellaminima lavorazione rimane necessaria
per poter ottenere risultati ottimali.

L'autore è Presidente AIGACoS

Come si mette in pratica l’Agricoltura Blu - Ultima modifica: 2013-04-12T15:34:22+02:00 da nova Agricoltura

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