STRATEGIE

Quando la filiera certificata la fa il contoterzista

Parla Giambattista Bonetti di Agrifutura Srl.

«Nello scorso novembre il
frumento duro italiano alla Borsa di Milano quotava 306 euro contro i 350
euro/t di quello comunitario nonostante il nostro prodotto fosse davvero
eccellente con valori proteici elevati. Tempo fa ho stipulato un contratto
scritto con una grossa struttura per una partita di oltre 25mila quintali di
frumento ma al momento del conferimento dicono che mi offrono 4 euro in meno al
quintale perché il prezzo di mercato è crollato e non hanno tenuto le partite
separate in base alla qualità. Poi per fortuna l'arbitrato mi ha dato ragione,
ma sono fatti che non dovrebbero accadere»! Giambattista Bonetti di Fiesse (Mn) nonostante alcune esperienze
non proprio positive, è un grande fautore della cosiddetta filiera a tal punto
che l'ha creata all'interno della sua attività di contoterzista che si chiama
Agrifutura Srl.

Un “ciclo” chiuso e virtuoso con agricoltori-allevatori

«Ho cercato di allargare e di
diversificare la nostra attività agromeccanica fondata tanti ani fa dal papà
Giacomo e oggi condotta insieme a mio fratello Cristian e a mio figlio Andrea
coadiuvati da mia moglie Giovanna
perché sono convinto che se si lavora
bene e con coscienza il cerchio si chiude con piena soddisfazione di tutti. Tra
una schiera di oltre 200 clienti abbiamo circa 150 agricoltori allevatori che
ci affidano la gestione delle operazioni colturali, conferiscono il loro mais
che viene trasformato nei nostri impianti, alimentati con il fotovoltaico, in
farina certificata che ritorna all'allevatore per completare la razione
giornaliera dell'allevamento. L'idea di creare una filiera tutta nostra,
offrendo garanzie certificate da analisi di laboratorio è nata nel 2003 in
seguito a un'annata caratterizzata da uno sviluppo eccezionale di aflatossine
sul mais che provocò la distruzione di tonnellate di latte. In quell'anno o si
disponeva di granella sana o non si vendeva un chicco di mais e noi riuscimmo a
produrre farina di qualità garantita dall'assenza di micotossine. Fu un
successo dal quale poi siamo partiti per creare un sistema che oggi fattura
oltre 3 milioni di euro».

L'importante è lavorare con professionalità

Come realizza la filiera certificata?

«Prima di tutto bisogna
lavorare bene in campagna, scegliendo varietà e ibridi giusti e applicando
percorsi agronomici d'avanguardia nella difesa, nel diserbo e nella
concimazione, poi occorre dotarsi di un laboratorio interno. Noi analizziamo i campioni
di tutte le partite di cereali in entrata e realizziamo partite separate in
base alla qualità e alla sanità delle granelle. Se un cereale conferito è al di
sotto dei nostri standard, e noi adottiamo parametri ben al di sotto dei limiti
di legge, lo rimando al mittente. Il nostro impianto di essiccazione lavora
120mila quintali all'anno e lo stoccaggio è in due capannoni areati per un
totale di 160mila quintali. Ogni giorno maciniamo in base alle richieste dei
clienti, lavoriamo 365 giorni all'anno, circa 14mila quintali di farina di mais
al mese e l'attività si sta incrementando perché quello che conta è garantire
un prodotto sano e di qualità».

La linea frumento con Barilla

Oltre al mais fate contratti anche per il frumento?

«Noi siamo in filiera con un
importante molino italiano e l'esperienza è molto positiva perché abbiamo di
fronte un interlocutore affidabile anche nei momenti difficili e questo è
quello che conta! Prendiamo il caso della campagna 2010 quando, a causa di un
andamento stagionale avverso, abbiamo prodotto un frumento di scarsa qualità.
Ci siamo messi attorno a un tavolo con i responsabili del molino e abbiamo
trovato l'accordo per assicurare all'agricoltore il prezzo minimo di mercato e
questa disponibilità del trasformatore ha fatto sì che l'anno successivo tutti
gli agricoltori siano stati disposti a sottoscrivere un nuovo contratto. Se
quel frumento fosse andato in zootecnia, avremmo distrutto la filiera in un
attimo. Noi raccogliamo circa 20mila quintali di frumento duro San Carlo, sotto
contratto, con produzioni medie di circa 60 q/ha. Il prezzo viene definito
sulla base della sanità, del peso specifico e del contenuto proteico».

Parliamo un po' di operazioni meccaniche.

«Stiamo portando avanti con
successo la minima lavorazione e abbiamo appena acquistato una nuova
seminatrice da sodo destinata soprattutto a mais, soia e sorgo». E per il diserbo?

«Quest'anno abbiamo
adottato senza riserve in pre-emergenza il nuovo Adengo e per quanto riguarda
le attrezzature, non abbandoniamo più la manica d'aria che alla precisione
estrema unisce il vantaggio di farci risparmiare il 20% di prodotto».
Quando la filiera certificata la fa il contoterzista - Ultima modifica: 2013-04-11T11:22:02+02:00 da nova Agricoltura

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