Agrumi, l’agricoltura varietale per la competitività dell’agrumicoltura italiana

L’introduzione di nuovi portinnesti e cultivar migliorative rappresenta un aspetto importante per rilanciare il settore agrumicolo,sia per nuove tipologie di frutti, sia per l’ampliamento delcalendario di produzione e della stagione commerciale.

In Italia le superfici coltivate ad agrumi si attestano intorno ai 170 mila ettari, con una netta prevalenza dell'arancio (60,1%), seguito da clementine e mandarini (22,2%), limoni (16,2%) ed agrumi minori (bergamotto, pompelmo, ecc., 1,1%) (Istat, 2011). Nel quadriennio 2008-11 le produzioni si attestano intorno ai 3,9 Ml di t, con un'incidenza simile delle diverse specie (arance 63,3%, clementine e mandarini 21,9%, limoni 13,9% e altri agrumi 0,9%). Riguardo alla distribuzione regionale, la Sicilia è leader nazionale con il 55,8%, seguita dalla Calabria col 25,6%; un'incidenza minore hanno la Puglia con il 6,6%, la Sardegna con il 4,8%, la Basilicata con il 4,7% e la Campania con il 2%, mentre è abbastanza marginale l'incidenza delle altre regioni con circa lo 0,6%. Negli ultimi due decenni il comparto agrumicolo nazionale ha subito notevoli cambiamenti in termini sia di offerta, sia di domanda, ricalcando quanto registrato anche in altri settori produttivi. Essi hanno riguardato l'aumento dei costi del lavoro e dei mezzi tecnici, l'inasprimento delle politiche fiscali e previdenziali e la riduzione dei prezzi alla produzione, lo smantellamento delle politiche comunitarie di tutela e di sostegno del reddito degli agrumicoltori, che hanno determinato una situazione critica. A livello della produzione tale stato si è accentuato soprattutto negli ultimi 5-10 anni, con forti squilibri fra costi e ricavi, che hanno portato alla conseguente minore attenzione nei confronti della coltura, determinando in alcuni casi persino l'abbandono dei campi con effetti negativi sulle produzioni, sui redditi e sull'occupazione dell'intera filiera agrumicola nazionale. Gli operatori del comparto hanno comunque reagito attraverso l'introduzione di un'ampia gamma di innovazioni tecniche, da quelle specificatamente agronomiche basate su modalità di conduzione degli impianti diverse dal passato per irrigazione e gestione del suolo, all'adozione di protocolli per le produzioni biologiche, ecc.. Ma come sempre accade in frutticoltura, l'innovazione è immediatamente intesa e percepita quando si parla di nuove varietà e portinnesti che tendono a soddisfare l'adattamento del prodotto alla domanda dei mercati.

Portinnesti

A seguito del diffondersi dell'epidemia di Tristeza degli agrumi (CTV “Citrus Tristeza Virus”) che ormai interessa tutti le aree agrumicole nazionali, l'arancio amaro che costituiva l'unico portinnesto su cui si basava l'agrumicoltura nazionale è stato quasi totalmente sostituito da portinnesti tolleranti a CTV e che meglio rispondono alle rinnovate esigenze di coltivazione. Il vivaismo professionale fa ormai ricorso esclusivamente ai seguenti portinnesti: Citrange Troyer, C. Carrizo, C35 (ibridi tra C. sinensis e P. trifoliata), Citrumelo Swingle (C. paradisi x P. trifoliata) e Poncirus trifoliata, che però mostrano un'elevata suscettibilità (ad eccezione del Citrumelo) al viroide dell'Exocortite. Tutto ciò necessita di un cambio radicale rispetto a pratiche consolidate nel passato (reinnesto, utilizzo di materiale non certo sotto il profilo sanitario, ecc., modalità di distribuzione dell'acqua per l'irrigazione) al fine di valorizzare appieno le loro caratteristiche. L'utilizzo di nuovi portinnesti tolleranti alle nuove emergenze fitosanitarie che incombono sull'intera industria agrumicola mediterranea, “Citrus Greening” su tutte (che causa una malattia di origine batterica nota come “HLB-huanglongbing” che in estremo oriente significa “dragone giallo”), apporteranno in futuro ulteriori cambiamenti. Si segnalano la serie Forner-Alcaide (ibridi tra mandarino Cleopatra e P. trifoliata Roubidoux), selezionati in Spagna, tolleranti a CTV, semi-nanizzanti e che sono riportati conferire caratteristiche migliorative ai frutti; le costituzioni dell'Università della Florida indicate come resistenti a “Citrus Greening” e le promettenti selezioni ottenute incrociando C. latipes e P. trifoliata del CRA-ACM di Acireale.

Le nuove varietà a livello mondiale

Per le arance, il gruppo a polpa bionda che comprende quelle ombelicate e non, si differenzia dalle pigmentate in quanto coltivate e diffuse in tutte le regioni, con diversi ecotipi locali selezionati nel tempo dagli agrumicoltori. Le arance bionde ombelicate dette anche “Navel”, così denominate per la presenza di un secondo piccolo frutto interno (sincarpia), producono frutti destinati principalmente al mercato fresco, con varietà che coprono un calendario di raccolta che va da metà-fine ottobre a maggio, con un prodotto di caratteristiche organolettiche abbastanza costanti che rendono più semplice la fidelizzazione del consumatore. Purtroppo ancora oggi tale assortimento non è abbastanza presente nella strutturazione della nostra agrumicoltura, aspetto che invece rappresenta uno dei punti di forza dei Paesi concorrenti. Tra le varietà di recente selezione, già significativamente diffuse in campi commerciali, si ricorda la cv Fukumoto che matura anche una settimana prima degli altri cloni di Navelina, con frutti di forma rotonda, di buona pezzatura e buccia di colore aranciato intenso. Da verificare, vista la recente introduzione nel nostro areale, l'affinità con portinnesti Citrange, che in alcuni Paesi agrumicoli ha dato risultati contrastanti, manifestando fenomeni di decadimento e moria delle piante di cui non si è ancora identificata la causa. Nel periodo tardivo, Powell Summer Navel è caratterizzata da una buona produttività e pezzatura dei frutti, rappresentando la varietà che si è maggiormente diffusa negli ultimi anni. Per le arance ombelicate diverse sono le novità selezionate ed in corso di valutazione. Dall'Australia provengono tutte le varietà di seguito descritte. Nel periodo precoce si segnala M7, mutazione di Navelina 7.5 selezionata nel 2004, protetta da brevetto, che è risultata compatibile con tutti i portinnesti. Si raccoglie circa 3 settimane prima di Navelina, con ottima tenuta in pianta fino a febbraio. Nel periodo di maturazione tardivo si annoverano diverse varietà come Chislett Summer Navel, Rhode Summer Navel e Barnfield Late. La prima è una mutazione spontanea di Washington Navel del 1988, presenta pianta con portamento espanso e buona vigoria; il frutto è simile a quello di W. Navel, leggermente più arrotondato; si raccoglie da gennaio a maggio. Rhode Summer Navel, originatasi da mutazione spontanea di un Navel e rinvenuta nel 1982, è caratterizzata da un albero vigoroso, con portamento espanso e frutto simile a quello di W. Navel, di colore arancio, con buona succosità; si raccoglie da gennaio a maggio; è coperta da protezione brevettuale. Infine, Barnfield Late deriva da mutazione spontanea di W. Navel selezionata nel 1980. La pianta è molto produttiva e vigorosa, ha portamento espanso; il frutto simile a quello di W. Navel, è di colore arancio e si raccoglie da gennaio a maggio. Dal Sudafrica provengono invece Cambria che presenta frutti di forma rotonda, con polpa di colore arancio e contenuto in succo molto alto; non manifesta “creasing” e la raccolta che si protrae fino a maggio; da una mutazione di Palmer Navel del 2005 è stata selezionata Carninka, interessante per la notevole tardività di raccolta, con buona pezzatura e qualità, elevata produttività, non alternante. Al gruppo delle arance a polpa bionda non ombelicate appartiene la maggior parte delle varietà di arancio conosciute a livello mondiale. La destinazione principale è la trasformazione industriale per la produzione di succhi concentrati. Alcuni ecotipi locali sono idonei per la produzione di succhi bevibili freschi. Tra le nuove selezioni in corso di valutazione si ricorda Valencia Delta, riconosciuta sui principali mercati europei come "Delta Seedless", selezione migliorativa di Valencia Late individuata a Pretoria (Sud Africa). Ha vigore simile ad altri cloni di Valencia, ma con accrescimento più eretto. Molto produttiva, è meno suscettibile ai danni da freddo e vento. Il frutto di questa varietà ha una pezzatura leggermente superiore rispetto a Valencia; non è sensibile al “creasing”, ha una buccia molto fine, di aspetto attraente e in assenza di impollinazione non produce semi. I frutti sono di eccellente qualità in combinazione con portinnesti come il Citrange Carrizo, il Mandarino Cleopatra e il Citrumelo Swingle, così come evidenziato in Spagna. Si raccoglie 2-3 settimane prima del Valencia.

I mandarino-simili

In questo gruppo rientrano una serie di specie ed ibridi che hanno in comune alcuni caratteri pomologici quali pezzatura media, buona sbucciabilità, assenza di semi, pur con leggere differenze organolettiche. Tutti gli ibridi ed i mandarini considerati necessitano di un'attenta validazione prima della loro diffusione in quanto possono determinare impollinazione incrociata con varietà di clementine molto diffuse nei nostri areali, favorendo la presenza di semi nei frutti. Nella fase medio-tardiva si conferma l'interesse per la cv Afourer; i frutti sono di colore arancio intenso, facili da sbucciare, ma soggetti a impollinazione incrociata; la buona succosità e l'elevata acidità consente la raccolta a febbraio. Negli ultimi anni dall'IVIA di Valencia sono stati selezionati alcuni ibridi come Moncada (clementine Oroval x mandarino Kara), con pianta a portamento aperto, vigorosa, con frutto di grosse dimensioni, ma con molti semi, ridotti in numero nella varietà irradiata (Moncalina); si raccoglie da fine gennaio. Dall'Università di Riverside in California è stata selezionata Gold Nugget (mandarino Kincy x mandarino Wilking), con pianta di elevata produttività, frutto apireno, a maturazione tardiva (febbraio-marzo), elevato grado zuccherino, buccia di colore giallo pallido e molto corrugata. Una varietà a maturazione tardiva è Orri, (incrocio tra mandarino Temple e mandarino Dancy) selezionato dal Volcani Centre in Israele; si raccoglie da febbraio ad aprile, la buccia è di colore arancio intenso e facile da sbucciare. Un'altra varietà ottenuta in Israele per mutazione indotta di Murcott è Mor, con frutti simili a quelli di Murcott, ma con la presenza di qualche seme. Un'altra linea di ricerca con cui si stanno selezionando nuove varietà è quella che prevede l'irradiazione con raggi gamma di varietà di mandarino, come Fairchild, Murcott, Moncada, ecc. ma anche di clementine come Nules; l'irradiazione consente una serie di vantaggi come l'assenza di spine, il superamento della fase di giovanilità, la precoce entrata in produzione, con frutti apireni, e la conservazione delle stesse caratteristiche della pianta di origine. Per i satsuma, tra le recenti innovazioni varietali selezionate e diffuse si segnala la cv Iwasaki, mutazione di Owari rinvenuta in Giappone; presenta albero poco vigoroso e senza spine, con polline poco vitale, frutto partenocarpico e autoincompatibile che permette la produzione di frutti apireni. E' sensibile alla spigatura e al colpo di sole.

I triploidi

Le varietà triploidi presentano il vantaggio di produrre frutti apireni dato lo sbilanciamento cromosomico 3X (27 cromosomi) che non determina la produzione di gameti fertili. Il CRA-ACM di Acireale è stato pioniere in tale filone di ricerca conducendo un programma di selezione sin dal 1978 che ha consentito di ottenere a partire dagli anni '90 diverse varietà come Tacle, Clara e Camel, a cui sono seguite nel 2000 Alkantara, Mandalate e Mandared. Le ultime selezioni sono 1) Early Sicily, che deriva dall'incrocio tra Clementine Oroval e Arancio Tarocco: presenta pianta vigorosa e produttiva, frutto con caratteristiche interne intermedie tra i due parentali, peso di circa 150 g e raccolta ai primi di novembre; 2) Sweet Sicily: presenta pianta produttiva e scarsamente spinescente, con frutto che supera i 150 g di peso, di elevata succosità e colorazione antocianica della polpa a gennaio; si può raccogliere a partire da novembre. In Spagna, presso l'IVIA di Valencia, sono stati selezionati altri ibridi triploidi tra i quali Safor e Garbì. Il primo deriva dall'incrocio tra Fortune e Kara, matura tra fine febbraio e primi di marzo e può essere raccolto fino ad aprile; il frutto è di colore arancio intenso, facile da sbucciare, con polpa molto succosa e buon sapore; pianta di buon vigore e produzione con foglie grandi, buona l'affinità con il Citrange Carrizo. Successivamente matura Garbì che presenta caratteristiche simili, con raccolta nella II decade di marzo. Un triploide spontaneo è Winola (ibrido tra Wilking e Minneola) ottenuto in Israele presso il Volcani Centre; interessante per le caratteristiche del frutto e la tardività di maturazione, ha una produzione elevata, ma alternante. Dall'Università di Riverside in California sono stati introdotti 3 triploidi tardivi, Shasta Gold, Tahoe Gold e Yosemite Gold, che derivano dall'incrocio tra (Temple x Dancy 4N) x Encore 2N; presentano frutti a maturazione tardiva (da gennaio-febbraio a marzo aprile), con pochi semi, scarsa possibilità di impollinazione incrociata con altri agrumi, qualità del frutto molto alta, colore intenso della buccia, elevato grado zuccherino e succosità; buona la tenuta del frutto sulla pianta. La produttività è elevata, ma può essere alternante.

Il clementine

Per questa specie sono disponibili diverse varietà che consentirebbero di avere un calendario di produzione abbastanza ampio a partire da fine ottobre fino a febbraio. Capostipite di molte delle varietà disponibili è il Clementine comune, probabile ibrido tra mandarino Avana e Arancio amaro Granito, osservato a Misserghin (Algeria) da frate Clemente nel 1902, da cui il nome “Clementine”, anche se studi di caratterizzazione molecolare dell'Università di Catania attestano che sia un incrocio tra Mandarino Avana e Arancio dolce. La diffusione di questo gruppo è avvenuta principalmente nell'area mediterranea dove rappresenta circa 1/4 della produzione di mandarino-simili. In Italia la specie è coltivata principalmente in Calabria, seguita da Puglia, Sicilia e Basilicata, dove ha trovato le migliori condizioni ambientali che permettono di conseguire produzioni quali-quantitativamente elevate, compresa l'apirenia, determinata dall'auto-incompatibilità e dalla coltivazione in purezza, in assenza di specie ed ibridi interfertili. Dal Clementine comune, che alle ottime caratteristiche organolettiche purtroppo associa una scarsa conservazione sulla pianta che poi determina un deprezzamento della produzione con limitato periodo di commercializzazione, sono derivate direttamente o indirettamente le varietà maggiormente coltivate. Queste sono prevalentemente di origine spagnola, da mutazioni di Oronules e molte aspettative ricadono su di esse, specie per consentire un ampliamento del calendario di produzione nel periodo precoce. Tutte queste varietà presentano la produzione di gemme multiple nelle combinazioni di innesto con i potinnesti Citrange, che determina un minore accrescimento e uno stato debilitativo che può portare al disseccamento della pianta. Questo fenomeno si manifesta con protuberanze esterne, a cui corrispondono estroflessioni all'interno del tronco che provocano un restringimento dei vasi, causa di una precoce entrata in produzione delle piante e di una produttività interessante nei primi anni. Per risolvere tale problematica, la cui eziologia non è ancora ben chiara, viene consigliata la schermatura del tronco con materiale plastico o appositi “shelter” così come l'utilizzo di un intermedio vigoroso. La prima a maturare è Prenules, rilevata a Valencia nel 1996, con frutti di colore arancio intenso e buccia di medio spessore, facile da togliere; si raccoglie in Spagna a partire da metà settembre. Di pari epoca è Basol, rinvenuta nel 1999 a Castellon (Spagna), con frutti di colore arancio intenso. Cultifort, introdotta nel 1997 ad Alicante, con pianta di buon vigore e portamento aperto, foglie di piccole dimensioni, coriacee e di colore verde scuro, ha frutti simili per pezzatura ad Oronules, di colore arancio intenso; si sbuccia con facilità, è apirena ed ha un buon contenuto in succo; può però impollinare ed impollinarsi con varietà compatibili. Dopo qualche giorno si raccoglie Orogros o Pri 26, originatosi da mutazione spontanea di Oronules, scoperta nel 1996 a Valencia, simile al precedente per caratteri della pianta e del frutto. Nella fase tardiva per irradiazione di Clemenules è stata ottenuta Clemenverd, che matura da metà gennaio, con colorazione della buccia ritardata.

Conclusioni

Quanto sopra illustrato rappresenta lo scenario dell'innovazione varietale degli agrumi nel breve e medio periodo; un'innovazione che, è bene sottolineare e ripetere, merita di essere interpretata correttamente per produrre i benefici e i vantaggi che imprenditori e consumatori si aspettano. Affianco ad essa non va però trascurato che il “sistema Italia” vanta anche eccellenze e possibilità ancora scarsamente esplorate; è il caso dell'enorme patrimonio di varietà registrate nell'ambito del Servizio nazionale di Certificazione volontaria del Mipaaf, ricco di un numero di accessioni in grado di coprire tutto il calendario di maturazione (101 varietà e 12 portinnesti; Fig. 9). Trattasi di accessioni accertate per la corrispondenza varietale e certe sotto il profilo sanitario che alimentano il processo di certificazione del materiale di propagazione degli agrumi nel nostro Paese. Anche nel caso di varietà datate e consolidate, proprio perché provenienti da selezione genetico-sanitaria, si esprimono caratteri migliorativi che hanno superato le iniziali diffidenze degli agrumicoltori. Utilizzando questo materiale si opera altresì in maniera attiva e reale la prevenzione verso l'introduzione e diffusione di pericolosi organismi nocivi che rischiano di compromettere in maniera definitiva l'agrumicoltura nazionale e mediterranea.

Agrumi, l’agricoltura varietale per la competitività dell’agrumicoltura italiana - Ultima modifica: 2014-03-06T16:29:15+01:00 da nova Agricoltura

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