Albicocco, l’aggiornamento varietale apre nuove potenzialità alla coltivazione

albicocche

In Piemonte la coltivazione dell’albicocco avrebbe buone potenzialità d’incremento ma il ritorno d’interesse rispetto a questa drupacea minore, dovuta in parte alla crisi della specie actinidia falcidiata dal cancro batterico (PSA), deve fare necessariamente i conti con importanti criticità. Coltivare l’albicocco ai piedi delle montagne comporta problemi connaturati all’ambiente: produttività condizionata dall’esposizione alle gelate primaverili e alla diffusione di cultivar autoincompatibili delicate in annate climaticamente difficili, predisposizione alle infezioni di cancro batterico (Pseudomonas spp.) che provoca estese morie. Questa forte “pressione selettiva” influenza il processo di valutazione varietale restringendo i criteri di selezione agro-pomologica verso materiali di elevata qualità e sicura adattabilità. L’introduzione e la valutazione di nuovi materiali sono svolte dal Creso presso il Centro Ricerche per la Frutticoltura di Manta (Cn). L’Azienda sperimentale è una delle Unità Operative del Progetto nazionale Convar, “Liste Varietali dei fruttiferi”.

Novità in osservazione

Tra le novità in osservazione di seguito una breve descrizione, assolutamente preliminare, delle cultivar risultate più interessanti. Nel periodo precocissimo Tsunami® EA5016TH* ha riscosso positivi riscontri dalla prima produzione di pieno campo grazie al sapore molto buono, dolce e aromatico, con una componente zuccherina sensibilmente più elevata rispetto alle pari epoca, caratteristica interessante in un periodo climaticamente poco favorevole all’ottenimento di elevata qualità gustativa. L’albero è di media vigoria con portamento assurgente. Frutto di forma tondeggiante, regolare. Pezzatura medio-piccola ma sufficiente per l’epoca. Aspetto attraente, colore di fondo aranciato intenso con sovraccolore sul 30% della buccia. Autoincompatibile. Da verificare serbevolezza e attitudine alle lavorazioni. Qualche giorno dopo matura Banzai® EA R5-5012. Albero di medio vigore e buona produttività. Pezzatura medio-piccola da verificare (40 g). Forma ovata, regolare. Polpa succosa di buon sapore, dolce. Aspetto attraente con diffuso sovraccolore rosso sul 30%. Nel 2013 si sono rilevate spaccature, alla sutura e all’apice, sul 70% dei frutti. Positiva l’autofertilità. In epoca Pinkcot® Cotpy*, cultivar di riferimento in Piemonte ma caratterizzata da produttività e qualità globale della produzione fortemente influenzate dall’andamento climatico, troviamo Samourai® EA R1 5034. Albero di medio vigore e facile gestione. Aspetto attraente. Forma rotondo-ovata regolare. Colore aranciato intenso con elevato sovraccolore rosso scarlatto. Pezzatura media da verificare. Polpa spicca di buona consistenza. Sapore discreto tendenzialmente acidulo, penalizzato da raccolte anticipate. Autoincompatibile. Interessante per l’aspetto, da verificare la pezzatura e il sapore. Interessante la prima produzione di Mediabel*, maturata una decina di giorni prima di San Castrese. Frutto di media pezzatura (45 g). Forma ellittica, mediamente regolare. Aspetto attraente. Colore di fondo aranciato con sovraccolore rosso intenso molto esteso. Sapore buono, dolce e molto aromatico. Polpa spicca di buona consistenza. Autofertile. Da verificare produttività e pezzatura. Contemporaneamente matura Mascot*. Albero di media vigoria, espanso. Autofertile. Potenziale di pezzatura non elevato. Forma ovata, regolare. Aspetto attraente. Colore di fondo aranciato intenso con sovraccolore rosso opaco di buona estensione. Polpa consistente di buona tenuta in pianta. Sapore molto buono con intenso aroma. Appena prima di Laycot* (-1 San Castrese), cv di riferimento nell’epoca di maturazione intermedia, largamente diffusa in Piemonte, si è distinta la francese Apribang* Regalcot®. Albero di buona vigoria con portamento aperto e buona attitudine al rivestimento di rami misti. Elevata rusticità. Forma tondeggiante, regolare. Buon potenziale di pezzatura. Aspetto molto attraente: colore di fondo aranciato con sovraccolore rosso intenso esteso sul 25% della buccia, tipicamente “vellutata”. Sapore buono, dolce e aromatico. Parzialmente autofertile. Da avviare alla sperimentazione estesa. Contemporanea Aramis® Shamade*. Cultivar resistente a PPV (Sharka), di questi tempi…ben vengano. Rapida entrata in produzione. Grossa pezzatura. Forma tondeggiante, mediamente regolare. Colore di fondo aranciato chiaro con leggera faccetta di colore rosso chiaro, nel complesso mediamente attraente. Polpa di media consistenza. Buon sapore, non particolarmente aromatico. In epoca medio-tardiva positivi i riscontri dal pieno campo di Lady Cot*. Ha produttività elevata e costante distribuita su dardi e rami di un anno. Autofertile. Frutto di grossa pezzatura. Aspetto attraente, colore di fondo aranciato intenso con sovraccolore rosso sul 30-40% della buccia. Sapore buono, dolce e aromatico. Buona la tenuta in pianta e nei processi post-raccolta. Tra le extra-tardive i dati dal pieno campo confermano la buona adattabilità all’areale piemontese delle due Carmingo®. Faralia* matura una quindicina di giorni prima di Farbaly*. Buona produttività. Media pezzatura. Forma ovata regolare, con apice pronunciato. Colore attraente: fondo aranciato e sovraccolore rosso sul 40% della buccia. Sapore buono, dolce e aromatico. Autofertile. In epoca extra-tardiva, oltre quaranta giorni dopo Laycot, Farbaly* è caratterizzata da elevate rusticità e produttività, agevolate dall’autofertilità fiorale. L’albero è di media vigoria, facilmente gestibile. Frutto di buona pezzatura e forma regolare, molto uniforme. Aspetto attraente con sovraccolore rosso vivo sul 25% della buccia. Ottimo il sapore, dolce ed equilibrato. Elevata la tenuta di maturazione in pianta con ampia finestra di raccolta. In osservazione tra le extra-tardive, le recenti Farlis*, Farius*, Fartoly*, etc.. Questa breve descrizione riguarda soltanto le varietà licenziate ma in valutazione ci sono anche numerose selezioni avanzate che ci auguriamo contribuiscano a superare le criticità descritte e migliorino la qualità globale delle produzioni in funzione delle sempre più pressanti esigenze della filiera albicocco (qualità, serbevolezza e idoneità alle lavorazioni e alle manipolazioni). Lorenzo Berra, Davide Nari

Albicocco, l’aggiornamento varietale apre nuove potenzialità alla coltivazione - Ultima modifica: 2013-10-18T12:41:57+02:00 da nova Agricoltura

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