Dossier Uva da tavola

Uva da tavola fra passato e futuro: nuovo breeding italiano

La coltivazione delle uve da tavola nel Meridione d’Italia risulta un settore importante della sua economia, il quale oggi viene messo in crisi non solo dalla coltivazione di varietà con semi, meno richieste dai mercati, ma anche dalla presenza sui mercati internazionali di uva proveniente da altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: Egitto, Turchia, Spagna, Grecia, Marocco, ecc., che oltre ad essere avvantaggiati dalla precocità del prodotto, lo sono anche dall'utilizzo nei nuovi impianti di varietà apirene. In Italia le uve che rappresentano il riferimento per la produzione di uva da tavola sono Victoria per il periodo precoce, Italia ed anche Red Globe per il periodo medio tardivo, tutte con semi. Dopo un periodo di stasi, di recente anche in Italia è aumentato l’interesse per il rinnovamento varietale. Negli ultimi anni sono state accolte le registrazioni di numerose varietà (nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite), delle quali la maggior parte è apirena. Per il futuro, infatti, si prevede una graduale sostituzione delle varietà con semi con quelle apirene, che rispondono maggiormente alle esigenze di mercato (soprattutto del Nord Europa, un mercato molto importante per l’Italia) e si prestano meglio nella preparazione di prodotti alimentari trasformati. Purtroppo, molte varietà apirene diffuse sul mercato presentano problemi di ambientamento nella nostra regione, in quanto ottenute in Paesi esteri caratterizzati da condizioni pedoclimatiche differenti. A tal fine, si rende necessario costituire nuove varietà attraverso il miglioramento genetico per via sessuata, con diversi obiettivi: ottenere uve apirene dotate di buone caratteristiche organolettiche, adatte ai nostri ambienti, resistenti alle avversità, idonee al trasporto e alla conservazione, con una lunga “shelf-life”, oltre che potenziate da un punto di vista nutraceutico. Nel secolo scorso, in Italia, un forte impulso al miglioramento genetico delle uve da tavola è stato dato dalle strutture oggi afferenti al CRA. Presso gli istituti di Roma e Conegliano, le Sezioni di Velletri e di Turi-Bari, sono state realizzate e/o sviluppate varietà che hanno fatto in alcuni periodi la storia della viticoltura da tavola italiana ed internazionale: Primus, Italia, Michele Palieri, Matilde, Conegliano precoce, ecc. Fra tutte, la varietà Italia (Incrocio Pirovano 65) si è diffusa non solo nell’area mediterranea, ma anche in America Latina ed altri territori. Nel 2004 con l’istituzione del CRA-UTV di Turi, Unità di ricerca per l’uva da tavola e la vitivinicoltura in ambiente mediterraneo, il CRA ha specificamente attribuito alla sede pugliese la "missione" di svolgere le ricerche per l'uva da tavola. In questo contesto si è concretizzato l'impegno in azioni di miglioramento genetico fortemente finalizzate alle esigenze del sistema produttivo italiano, che richiede non solo varietà rispondenti a precise caratteristiche produttive e qualitative, ma anche il "controllo" delle stesse, al fine di impostare precise politiche commerciali, indispensabili per garantire stabilità e prospettiva di reddito ai produttori di uva da tavola italiani.

Materiali e metodi

Oltre alle collezioni già presenti presso il CRA-UTV, è stato avviato un programma di recupero di varietà diffuse sul territorio nazionale, con particolare riferimento alle regioni del Meridione d’Italia. Le varietà recuperate e conservate presso l’azienda sperimentale sono state oggetto di studio per la verifica di sinonimie ed omonimie attraverso analisi genetica molecolare e, quindi, valutate per le caratteristiche qualitative e produttive delle uve. Su una selezione di queste varietà è stato avviato un programma di miglioramento genetico indirizzato a soddisfare le esigenze di produttori, esportatori e consumatori. Gli obiettivi del miglioramento genetico sono quelli dell’ottenimento di nuove varietà di uve da tavola “di qualità”, che siano valide, oltre che per le caratteristiche tradizionalmente auspicate, anche per l’apirenia ed un migliore valore nutraceutico.

Incroci da varietà con seme x varietà apirene

Le varietà portaseme selezionate (Fig.1) fra quelle presenti presso il campo sperimentale dell’azienda del CRA-UTV, sono state demasculate (prima della fioritura) con l’ausilio di pinzette (Figg. 2-3) e subito dopo isolate dall’ambiente circostante con sacchetti di carta bianca (Fig.4) per evitare l’inquinamento con polline non desiderato. Alla comparsa del liquido stigmatico (fioritura), si è proceduti alla fecondazione con il polline della varietà scelta come genitore maschile. Il polline è stato prelevato da varietà apirene, anch’esse isolate con sacchetti di carta prima della fioritura. Per le infiorescenze usate come impollinanti, caratterizzate da fioritura anticipata rispetto a quella delle cultivar portasemi, a fioritura avvenuta è stato raccolto il polline e conservato in cella frigo alla temperatura di ±4°C e valori di umidità relativa del 75% (Hartmann, Kester, 1990). A fecondazione avvenuta i grappoli sono stati liberati dai sacchetti (dopo l'allegagione) e sono stati lasciati sulla pianta fino a maturazione. Dopo la raccolta i grappoli sono stati conservati in cella frigorifero alla temperatura di ±4°C fino all’estrazione dei semi (Eynard, Dalmasso, 1990). L’estrazione dei semi è avvenuta tra l’ultima decade di settembre e la prima di ottobre; quindi, dopo aver estratto i semi dalle bacche, si è proceduto alla loro immersione in una soluzione contenente ipoclorito di sodio al 5% per 10 minuti; subito dopo è stato eseguito il lavaggio in acqua sterile e successiva asciugatura a temperatura ambiente. Successivamente, poiché il seme presenta dormienza dell'embrione condizionata da fattori ormonali (Harmon, Weinberger, 1959), per ottenere una buona percentuale di germinazione i semi (Fig. 5) sono stati stratificati in substrato umido costituito da terra e sabbia di fiume (2:1) per un periodo di circa 6 mesi ad una temperatura di ±4 °C (Janick, Moore, 1996). La semina è stata effettuata nella primavera successiva, in contenitori alveolati di polistirolo, utilizzando come substrato di coltivazione una miscela di terriccio e sabbia nel rapporto di 2:1 (Fig. 6). Tale fase è stata seguita da quelle di acclimatamento delle plantule, travaso e allevamento in serra (Figg. 7-8-9-10)

Incroci da varietà apirene x varietà apirene

In combinazione con le tecniche tradizionali è stata associata la tecnica dell’”embryo rescue”, in grado di velocizzare l’ottenimento di varietà apirene. Sono state incrociate cv apirene x cv apirene ed è stata utilizzata la tecnica per il completamento dello sviluppo dell’embrione in vitro. Tale tecnica è stata realizzata utilizzando il seguente protocollo: a fecondazione avvenuta i grappoli sono stati liberati dai sacchetti (1a decade di giugno) e sono stati lasciati sulla pianta fino a 60 gg circa dopo la fecondazione (1a decade di agosto). Dopo la raccolta i grappoli sono stati conservati in cella frigorifero alla temperatura di ±4°C fino all’estrazione dei semi (non completamente formati), che è avvenuta a fine agosto. Dopo aver estratto i semi dalle bacche si è proceduto alla loro immersione in una soluzione contenente ipoclorito di sodio al 5% per 10 minuti; subito dopo è stato eseguito il lavaggio in acqua sterile. Successivamente, i semi (in numero di 30 per piastra) sono stati posti su un apposito substrato di coltura (Fig. 11) costituito da: M&S (4,4 g/l), Agar (7 g/l), Sucrose (30 g/l) e NOA 10 mM (1ml); dopo circa 4-6 settimane i semi sono stati sezionati longitudinalmente (Fig. 12) e posti in un nuovo substrato contenente : M&S (2,2 g/l), Agar (7 g/l), Sucrose (30 g/l) e BAP 10 mM (10 μl). Le piantine germinate (Fig. 13) sono state trasferite su un nuovo mezzo: M&S (2,2 g/l), Agar (7 g/l), Sucrose (15 g/l) e BAP 10 mM (5 μl). Dopo circa altre sei settimane sono state poste su un ultimo substrato (Figg. 14-15) così composto: M&S (2,2 g/l), Agar (7 g/l), Sucrose (15 g/l) e BAP 10 mM (10 μl). Le piantine con 7-8 foglioline (Fig. 16) sono state trasferite in vasi ed acclimatate. Il programma di miglioramento genetico di tipo tradizionale è stato supportato da strumenti di genetica molecolare applicata MAS (“Marker-Assisted Selection”, selezione assistita da marcatori molecolari) ed, in particolare, l’analisi dei marcatori molecolari presenti nel DNA estratto dalle foglie di ciascuna plantula per l’accertamento della paternità desiderata nell’incrocio e per la selezione precoce del carattere apirenia. Con tali tecniche si è pertanto in grado di velocizzare ed anticipare di almeno un quinquennio le fasi di selezione e studio dei nuovi materiali genetici finalizzati a creare moderne varietà, rispetto alle procedure tradizionali.

Risultati e discussioni

Nel lavoro di miglioramento genetico sono stati realizzati, in programmi di incrocio con tecnica tradizionale integrata dalle moderne conoscenze genomiche, più di 10.000 nuovi incroci (compreso popolazioni segreganti utili per la selezione di nuovi marcatori molecolari da impiegare per la selezione precoce di differenti caratteri d’interesse). Nel 2013 sono stati raccolti i primi frutti di questa attività e il prossimo anno ci sarà il trasferimento su portinnesti per le necessarie prove agronomiche (Figg. 17 - 20).

Conclusioni

Il lavoro avviato con i primi risultati presso il CRA-UTV permetterà a breve di disporre di selezioni di nuove varietà di uve da tavola con caratteristiche richieste dai mercati. Con tale azione si darà un contributo alla filiera per il suo rinnovamento e la continuazione dell’azione, consolidata nel tempo, di “leadership” europea nel mercato delle uve da tavola. Tale miglioramento porterà a maggiori garanzie di reddito per i produttori di uva da tavola e gli operatori della filiera. Infatti, sarà possibile disporre di: varietà con maggiori possibilità di adattamento rispetto alle varietà estere (perché realizzate direttamente nei territori d’interesse); varietà con caratteristiche qualitative e salutistiche migliorate; minore impatto ambientale, introducendo varietà più resistenti agli agenti biotici ed abiotici della vite.

Uva da tavola fra passato e futuro: nuovo breeding italiano - Ultima modifica: 2014-02-25T10:51:35+01:00 da nova Agricoltura

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome