Mele, pomodoro e fragole, risparmi fino a 240 euro a ettaro con i microbi nel suolo

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Via a un progetto coordinato dal Crea per studiare le potenzialità di popolazioni di microbi in alcune colture ortofrutticole chiave per l'agricoltura italiana. Durerà tre anni e coinvolge 15 Paesi europei

Maggiori rese e risparmio economico per le aziende fino a circa 240€/ha per la coltivazione di melo, 120€/ha per il pomodoro e 100€/ha per la fragola, oltre a una gestione del suolo efficace e sostenibile. Queste le principali ricadute del progetto europeo quinquennale Horizon 2020 Excalibur (Exploiting the multifunctional potential of belowground biodiversity in horticultural farming), cioè sfruttare il potenziale multifunzionale della biodiversità sotterranea nell'agricoltura ortofrutticola, partito in questi giorni. Il progetto è coordinato dal Crea vede coinvolti altri 15 partner di diversi Paesi europei ed è finanziato con quasi 7 milioni di euro.

Terreni più fertili e colture più resistenti

La rilevanza della biodiversità microbica del suolo è ampiamente riconosciuta per le interazioni e le dinamiche che si instaurano con le produzioni agricole. Proprio per queste ragioni, i ricercatori del Crea Agricoltura e Ambiente ne stanno approfondendo la conoscenza, in particolare degli effetti sinergici in orticoltura. Stanno valutando, infatti, come l’introduzione di altre popolazioni microbiche possano migliorare sia la fertilità dei suoli sia la resistenza a stress biotici e abiotici di alcune colture modello (quali pomodoro, mela, fragola) in diverse condizioni sperimentali e in pieno campo in tutta Europa.

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Bio prodotti e buone pratiche agricole

Grazie a un approccio integrato di ricerca delle interazioni pianta-suolo-microrganismi e di sperimentazione sul campo, all’impiego di nuove tecniche molecolari come il sequenziamento di specifici gruppi di microrganismi e alla creazione di strumenti, indicatori e sistemi di valutazione e modellizzazione, sarà possibile sviluppare nuovi bio-prodotti e pratiche agricole in grado di valorizzare la biodiversità nativa del suolo e di ridurre l’utilizzo di input chimici di almeno il 10-30% (a seconda della coltura, della qualità del suolo e delle condizioni pedoclimatiche). Sulla base, quindi, dell’analisi del comportamento e della reazione delle popolazioni microbiche spontanee nei confronti dei nuovi microrganismi introdotti, i ricercatori del Crea potranno valutare l’efficacia dell’utilizzo di questi nuovi bio-prodotti in condizioni reali e fornire agli agricoltori opportune indicazioni sulle pratiche agronomiche più adatte per valorizzare la biodiversità dei loro suoli e alle istituzioni un valido strumento sia per il controllo sia  per l’implementazione del contesto normativo in materia di fertilizzanti organici.

Un grande potenziale sotto i nostri piedi

«Una delle maggiori sfide dell’agricoltura è produrre più cibo con meno risorse – spiega Stefano Mocali, ricercatore Crea Agricoltura e Ambiente e coordinatore del progetto - può sembrare un obiettivo troppo ambizioso e difficile da raggiungere ma sotto ai loro piedi gli agricoltori hanno a disposizione miliardi di potenziali partner che possono aiutarli nell’intento: i microrganismi. Basta saperli valorizzare».

I partner del progetto Excalibur

Research Institute of Horticulture – Inhort (Pl), Crpv (It), Natural History Museum – Nhm (Uk), Niab East Malling Research – Niab Emr (Uk), Agricultural Institute of Slovenia – Kis (Si), Università degli Studi di Torino – Unito (It), Netherlands Institute of Ecology -Nioo-Knaw (Nl), University of Copenhagen – Ucph (Dk), Technische Universitaet Graz – Tugraz (At), InoculumPlus – IN+ (Fr), Universidad de Granada – Udg (Es), Intermag sp z.o.o. – Intermag (Pl), Nsf Euro Consultants - Nsf (Be), Kompetenzzentrum Obstbau Bodensee – Kob (De), Fördergemeinschaft Ökologischer Obstbau e.V. – Foeko (De).

Mele, pomodoro e fragole, risparmi fino a 240 euro a ettaro con i microbi nel suolo - Ultima modifica: 2019-06-19T16:52:44+02:00 da nova Agricoltura

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